Morto a Sebaste (Armenia), ca. 316
Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione
vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax"
costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato
dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale
Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono
le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una
basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica
italiana - in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e
Chieti - e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo
guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è
invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto
risale il rito della "benedizione della gola", compiuto con due
candele incrociate.
Patronato: Malattie della gola
Etimologia: Biagio = bleso, balbuziente, dal
latino
Emblema: Bastone pastorale, Candela, Palma,
Pettine per lana
Martirologio Romano: San Biagio, vescovo e
martire, che in quanto cristiano subì a Sivas nell’antica Armenia il
martirio sotto l’imperatore Licinio.
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San Biagio nacque a Sebaste,
città dell’Armenia, da genitori pagani, nel terzo secolo dopo Cristo.
Dotato di grande intelligenza, fin da giovane si dedicò allo studio delle
Scienze, in particolare della Medicina. Benchè non fossero tempi facili per
i Cristiani, diventò seguace della religione cattolica e ne fu strenuo
difensore. Consacrato vescovo della sua città svolse questo servizio con
bontà, generosità, trasparenza ed impegno, testimoniando con la vita e con
la parola la propria fede e l’amore a Cristo. Fu venerato come Santo per
miracoli che gli vennero attribuiti, come la guarigione di un giovane cui
si era conficcata in gola una lisca di pesce. Durante la persecuzione dei
cristiani, promossa dal governatore di Sebaste Agricolao, Biagio fu
incarcerato e sottoposto a orribili torture, ma rimase fedele al proprio
credo. Venne decapitato il 3 febbraio dell’anno 316 d.C..
La reliquia di San Biagio,
conservata a Caramagna Piemonte, consiste nell’osso del capo detto
occipite. Essa è riposta in un busto argenteo del Santo. Custodita da oltre
un millennio nella Chiesa Parrocchiale, era già presente alla fondazione
dell’Abazia, nel 1028, e non se ne conosce l’origine.
Preghiera a San Biagio
O glorioso San Biagio, esempio di grandi doti umane e difensore
della verità e della fede, sostieni con la tua umiltà e purezza chi si
rivolge a te. Proteggi dal male questo paese che ti riconosce come patrono,
rafforza in ciascuno di noi fede ardente, desiderio di preghiera e amore
per Dio e per il prossimo, fa che un giorno possiamo ritrovarci con te in
Paradiso.
(i testi, resi attuali nel
linguaggio, sono tratti dall’effige sacra stampata nel 1916, 16° centenario
del Martirio, pubblicati con imprimatur di C. Francesco Duvina, Provinc. Gen.)
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